Passa ai contenuti principali

Libertà, uguaglianza...e poco altro.

Fra tutte le utopie che la mente umana ha partorito, la più bella si chiama "Libertà". A seguire, forse, l'uguaglianza, o la fratellanza, e l' insieme ci dà il motto che ha infiammato la rivoluzione Francese e relativi spargimenti di sangue in nome della più alta fra le cause.
Il problema di quella rivoluzione, è che a seguire, è arrivato Robespierre e con lui la ghigliottina. Quante teste sono state decollate! Eppure ancora oggi pensiamo alla libertà come a quella presa di coscienza collettiva che, in qualche modo, è nata a Parigi, nel 1789. 

La libertà è un concetto pieno di variabili, e queste, per definizione, variano a seconda di chi le pronuncia, del suo stato economico, sociale e culturale. Si possono dire tante ovvietà sull'argomento, mi rendo conto. Dal grande della storia, al piccolo di ogni giorno,  dirò solo che fra tutte le persone che ho conosciuto, quelle più impomatate nei loro confini, hanno spesso recitato questa parola nel corso dei loro sermoni:
 "La (mia) libertà"
Pronunciata come loro fanno, con quel pronome personale che spezza l'armonia del tutto in stile enjambement, e che troneggia anche quando si omette di pronunciarlo, la parola che segue, "Libertà" appunto, diventa cemento fra un mattone e l'altro. L'esito del tutto è un muro, una barriera invalicabile fra una libertà e l'altra. 
-La mia libertà è dove tu non puoi entrare. 
-La mia libertà è il mio egoismo, che è il solo motivo per cui posso tollerare il tuo. 
-La mia libertà rimarrà al tuo posto quando te ne andrai, perché te ne andrai, visto che in alcun modo ti lascerò entrare.  

Se è vero che nel conoscersi, c'è un po' di auto-riconoscimento...
Lascio a me la libertà di chiamare per nome i limiti  miei e quelli di chi ho attorno. Li vedo, li soffro, ma li posso nominare, che è un po' provare rompere il muro, che anche questa è libertà. 

Ogni tanto, lo ammetto, vorrei privarmi della mia libertà per lasciare entrare qualcuno, ma non è così facile, perché se uno entra e gli viene voglia di rompere tutto, non resta più niente. 

Sono libera di dire che se decido di non aspettarmi niente da nessuno, non avrò niente, né darò niente. Così facendo, rimarremo tutti liberi di pascolare in libertà nel nostro giardino di cemento disarmato.  

Mi prendo la libertà di finirla qua, che la strada non sempre porta da qualche parte. 

@_Luisa 

Commenti

Post popolari in questo blog

Il treno

Il treno va, scomparirà, sulle sue ruote rotonde, dietro alle nuvole bionde... (P. Conte) ...Per altro, a momenti perdo il treno, ma        un treno al volo, è la regola.        un treno perso  è autobiografia       un treno che non passa, è ...sciopero, e ci scusiamo per il disagio.   Sotto terra, come i topini che vivono mimetici fra le rotaie delle metro, mi destreggio ormai con naturalezza lungo le gallerie che collegano le metro fra di loro. Scendo le scale quando sento il mio treno che arriva. Potrei benissimo prendere il prossimo, ma l'idea del treno al volo mi si fissa in testa. Accelero, corro e alla fine eccomi sulla banchina. Il treno è fermo, le porte già aperte. Ho due possibilità. La prima, quella ragionevole, fermarmi ed aspettare il prossimo. La seconda, assurda, correre come chi ha un motivo per farlo e sperare nella fortuna. Corro.  Mi stacco da terra. Salto sul treno e la porta, come una...

Io & la stella cadente.

Tante volte ne ho sentito parlare, raramente ne ho vista una così a ralenti, da vicino, e senza ombra di dubbio. A che ho pensato? niente desideri. Le stelle sono belle perché non sai dove vanno a cadere, ma per qualche minuto ti portano con loro. Le due foto sono di natura ironica, o romantica, a seconda di come uno si sente! Io ... la prima! :-)

Litigando fece sera.

Le amiche che litigano davanti alla cassa per pagare il caffè... I vecchi dal fruttivendolo che si prendono a spintoni perché pur di passare avanti a qualcuno rinunciano al sedano, e poi quei due che quasi si menano perché lo stop non si chiama così per capriccio, sicchè, stronzo , ti devi fermare ... e le frecce, non è vero che non le usano più manco gli indiani! Poi, volendosi allontanare un attimo dalla strada, c' è la capo infermiera, che è un po' "meno" de lla capo sala, ma un po' più dell' infermiera, e siccome è pure femmina, deve dimostrare che "le donne" sanno detenere il potere come e più degli uomini, ed ecco che diventa stronza a gratis, come fosse uno di quegli uomini; e non so bene che gli prenda a quei piccioni, ma roba che sbattono contro il muro del foro per qualcosa che non riescono a tollerare, e naturalmente il tempo, sto cazzo di tempo, che come un coperchio ci tiene caldi nella pentola, solo per il gusto di vedere il mai...