martedì 26 febbraio 2013

Libertà, uguaglianza...e poco altro.

Fra tutte le utopie che la mente umana ha partorito, la più bella si chiama "Libertà". A seguire, forse, l'uguaglianza, o la fratellanza, e l' insieme ci dà il motto che ha infiammato la rivoluzione Francese e relativi spargimenti di sangue in nome della più alta fra le cause.
Il problema di quella rivoluzione, è che a seguire, è arrivato Robespierre e con lui la ghigliottina. Quante teste sono state decollate! Eppure ancora oggi pensiamo alla libertà come a quella presa di coscienza collettiva che, in qualche modo, è nata a Parigi, nel 1789. 

La libertà è un concetto pieno di variabili, e queste, per definizione, variano a seconda di chi le pronuncia, del suo stato economico, sociale e culturale. Si possono dire tante ovvietà sull'argomento, mi rendo conto. Dal grande della storia, al piccolo di ogni giorno,  dirò solo che fra tutte le persone che ho conosciuto, quelle più impomatate nei loro confini, hanno spesso recitato questa parola nel corso dei loro sermoni:
 "La (mia) libertà"
Pronunciata come loro fanno, con quel pronome personale che spezza l'armonia del tutto in stile enjambement, e che troneggia anche quando si omette di pronunciarlo, la parola che segue, "Libertà" appunto, diventa cemento fra un mattone e l'altro. L'esito del tutto è un muro, una barriera invalicabile fra una libertà e l'altra. 
-La mia libertà è dove tu non puoi entrare. 
-La mia libertà è il mio egoismo, che è il solo motivo per cui posso tollerare il tuo. 
-La mia libertà rimarrà al tuo posto quando te ne andrai, perché te ne andrai, visto che in alcun modo ti lascerò entrare.  

Se è vero che nel conoscersi, c'è un po' di auto-riconoscimento...
Lascio a me la libertà di chiamare per nome i limiti  miei e quelli di chi ho attorno. Li vedo, li soffro, ma li posso nominare, che è un po' provare rompere il muro, che anche questa è libertà. 

Ogni tanto, lo ammetto, vorrei privarmi della mia libertà per lasciare entrare qualcuno, ma non è così facile, perché se uno entra e gli viene voglia di rompere tutto, non resta più niente. 

Sono libera di dire che se decido di non aspettarmi niente da nessuno, non avrò niente, né darò niente. Così facendo, rimarremo tutti liberi di pascolare in libertà nel nostro giardino di cemento disarmato.  

Mi prendo la libertà di finirla qua, che la strada non sempre porta da qualche parte. 

@_Luisa 

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